2006-7: in Europa un anno senza inverno?

Torino, 1 marzo 2007

É terminata la stagione invernale 2006-7. A Torino ed in tutte le pianure piemontesi la neve, nei 90 giorni di questo inverno meteorologico (come è noto, il calendario meteorologico fa partire le stagioni dal primo giorno del mese, a differenza di quello astronomico), non si è proprio vista. Non è una novità assoluta, era già successo in altre occasioni, ma questa volta la sensazione comune è quella di non aver trascorso una stagione "fredda". Siccome però le sensazioni a volte ingannano, proviamo a vedere come sono andate davvero le cose esaminando, come Galileo Galilei ci ha insegnato con il suo metodo scientifico, le misure sperimentali.

Un'occhiata al sito della Società Meteorologica Italiana ci fa subito capire che, in effetti, alcune località nel Nord Italia (nella fattispecie, Moncalieri e Modena) hanno registrato i valori più alti di tutta la loro lunga serie storica. A questo punto viene da chiedersi se è stato un evento che ha colpito soltanto l'Italia. Proviamo a trovare una risposta facendoci aiutare dall'esame delle mappe di anomalia di questa stagione rispetto alle medie del periodo 1968-1996. Per far questo ci gioviamo della disponibilità dei dati presso l'"Earth System Research Laboratory" della NOAA (National and Oceanic Atmospheric Administration). Vale la pena di spendere una riga per ringraziare esplicitamente gli Enti, come la NOAA, che mettono a disposizione del pubblico i propri dati. Per fortna ce ne sono molti che decidono di agire così, forse anche perché sono finanziati con soldi pubblici; peccato però che siano anche molti gli Enti, specie in Italia, che non seguono questo esempio.

Cominciamo a dare un'occhiata alla temperatura a livello del suolo.

Surface Temperature on Europe Surface temperature on the world

Praticamente tutta l'Europa, con la sola eccezione della Spagna occidentale e del Portogallo (con valori lievemente inferiori alla media) hanno sperimentato valori superiori alla media, con picchi di oltre 6°C (di anomalia!) sull'Europa centro-orientale, e valori da 2.5 a 4°C sull'Italia centrosettentrionale. Se allarghiamo lo sguardo all'intero planisfero, notiamo che gran parte del globo ha registrato temperature superiori alla media. I luoghi più caldi sono state le regioni continentali nell'emisfero nord poste a latitudine superiore a 45°N (tra 4°C e 8°C in più della media), e soprattutto il mar glaciale Artico sopra l'Europa, che ha registrato un'anomalia superiore a 12°C. Nell'analisi dei dati, ricordiamo che stiamo parlando di media su un trimestre!!! I pochi luoghi più freschi della media si individuano al largo delle coste orientali (pacifiche) russe, in Cile ed in parte dell'Antartide.

Esaminiamo ora invece l'anomalia della pressione media a livello del mare.

Surface pressure on Europe

L'intera Europa meridionale (le zone con latitudine inferiore a 45-50°N) ha registrato una pressione superiore alla media. In Italia la pressione è stata di circa 3 hPa superiore alla media a Nord, e di oltre 4 hPa nel meridione. Valori di anomalia così alti hanno comportato una modifica delle correnti garantendo tempo più anticiclonico, con frequenti incursioni di anticicloni di matrice africana sulla penisola, ed agendo da blocco nei confronti dei sistemi frontali, spesso costretti a transitare a Nord delle Alpi.

La persistenza di condizioni anticicloniche ha favorito, in pianura, lo sviluppo di condizioni nebbiose o di stratificazioni nuvolose, per cui l'esame della temperatura alla quota di 850 hPa (mediamente 1500 m) può dare una risposta quantitativamente più indicativa relativamente all'entità del riscaldamento, anche tenuto conto della non alta risoluzione di queste mappe (0.5° in latitudine e longitudine).

850 hPa Temperature on Italy 850 hPa Temperature on Europe
850 hPa Temperature on the World

Tutta l'Italia ha risentito di anomalie termiche positive, con scarti positivi di oltre 2.5°C al Nord. Esaminando la mappa relativa all'Europa, si vede come la mappa riproduca bene le caratteristiche già viste nella mappa delle anomalie di temperatura superficiale. In particolare, i massimi scarti si sono registrati in Romania (oltre 3°C), ma comunque gran parte dell'Europa centrale (dalla Norvegia meridionale alla Bulgaria) ha sperimentato valori superiori alla media di oltre 2.5°C. La mappa globale mostra una distribuzione apparentemente più difficile da decifrare. Tuttavia, appare comunque chiaro che l'estensione delle aree più calde è maggiore di quella delle aree più fredde. L'emisfero Nord è risultato mediamente molto caldo, ed in certe aree (Canada, Mongolia e Cina settentrionale) lo scarto dalla media è stato anche superiore a 5°C; le uniche regioni con scarti negativi sono state le parti occidentali dei due oceani e l'Arabia. L'emisfero Sud ha invece presentato scarti inferiori rispetto all'emisfero Nord, con regioni a scarto positivo (soprattutto gli oceani tra le latitudini di 40°S e 60°S ed una porzione di Antartide) ed altre regioni a scarto negativo (Cile, oceano tra Australia e Nuova Zelanda, e la maggior parte dell'Antartide). Si nota anche, al largo del Perù, una zona di anomalia termica negativa che indica che l'episodio di ENSO (El Niño) registratosi lo scorso anno, di media intensità, è giunto al termine.

Un'occhiata alle mappe di anomalie alla quota barica di 500 hPa (corrispondente ad un quota di circa 5500 m, che alle nostre latitudini rappresenta circa la metà della troposfera) ci permette di capire meglio la struttura verticale dei sistemi individuati.

500 hPa Temperature on Europe 500 hPa Temperature on the World

Praticamente l'intera penisola italiana si è trovata sotto una cappa di aria insolitamente calda (2°C e oltre). L'estensione di tale area ha toccato l'intera troposfera, visto che anche ad oltre 5000 m di quota è ancora ben visibile lo scarto positivo. Una strutturazione del campo di temperatura di tali proporzioni è tipica degli anticicloni di matrice africana, in quanto il riscaldamento delle masse d'aria a tutte le quote è provocato dalle correnti discendenti che si riscaldano adiabaticamente. Anche gran parte dell'Europa si trova in condizioni di scarto termico positivo rispetto alla media, e le sole aree che evidenziano uno scarto negativo (molto ridotto, peraltro) si trovano nella Russia e Scandinavia settentrionale.

A livello globale, la mappa presenta alcune somiglianze con quella degli scarti a 850 hPa, almeno per quanto riguarda le estensioni delle regioni con scarti positivi e negativi, anche se talora i valori numerici sono sensibilmente diversi. Si vede comunque come l'anomalia di oltre 2°C che ha interessato l'Italia sia una delle più vistose del pianeta, al pari di quelle sulla Mongolia e sulla Groenlandia.

Diamo ora un'occhiata alle mappe di anomalia termica alla quota barica di 50 hPa, corrispondenti a circa 21000 m di altezza, ossia nella bassa stratosfera.

50 hPa Temperature on Europe 50 hPa Temperature on the World

La mappa europea mostra che l'intera Europa si trova sotto un'anomalia termica negativa. Tale anomalia appare maggiore nelle zone artiche, e contrasta con l'anomalia positiva in bassa troposfera presente in tali aree. Più in generale, analizzando la mappa a livello globale, si nota che, mediamente, l'intero globo mostra un'anomalia negativa, con un valore minimo sul polo Nord ed un valore massimo sul polo Sud. Un'estesa area ad anomalia positiva, che interessa gran parte dell'America settentrionale, si estende dalle coste della Siberia a quelle orientali del Canada.

In definitiva, l'analisi delle mappe termiche a diversi livelli conferma che la stagione invernale passata è stata estremamente mite, con scarti termici positivi molto estesi, soprattutto nelle aree continentali dell'emisfero settentrionale. L'anomalia positiva che ha interessato l'Italia era ben strutturata in tutta la troposfera, ed era connessa ad un'anomalia positiva del campo di pressione sia in superficie sia in quota, che ha prodotto anche una netta diminuzione delle precipitazioni. L'assenza di nevicate nellepianure piemontesi si spiega così sia con le temperature più alte della media, sia con la scarsità delle precipitazioni (anche le zone montuose hanno riscontrato nevicate scarse).

Il valore numerico dell'anomalia, pari a circa 2°C o più in tutta la bassa troposfera fino a 5500 m, è di enorme entità in quanto si riferisce allo scarto di un intero trimestre rispetto ad un valore medio trentennale. A volte riesce difficile spiegare ai non esperti il significato reale delle variazioni climatiche, anche perchè siamo abituati spesso a variazioni termiche giornaliere anche di 20°C ed annue anche di 40°C e oltre, per cui può sembrare che 2°C siano ben poca cosa, ma non è così. Per avere un'idea di quanto sia grande tale valore, ricordiamo che la differenza di temperatura media globale fra le ere glaciali, in cui Susa era sommersa da 2 Km di ghiaccio, ed oggi è stata di 12°C. 2°C sono un sesto di tale valore.

La contemporanea anomalia negativa del campo termico ai livelli stratosferici è in accordo con molti studi sul riscaldamento globale, che dimostrano che un incremento di gas serra provocherà un surriscaldamento della bassa troposfera ed un raffreddamento della stratosfera.

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