Breve Storia di un Amore Fisico (teorico)

di Piero CORTESE

    Nei tuoi occhi di cristallo
    sono stato per te
    come un raggio di luce:
    mi hai riflesso,
    rifratto,
    diffuso, diffratto,
    e poi assorbito.

    Oh che eccitazione di livelli!
    Che transizioni radiose!
    Come eravamo uniti
    in quel dolce scambio di fotoni!
    Fusi in uno stesso nucleo,
    con gli spin accoppiati,
    vivevamo ondeggiando
    al minino potenziale
    conservando gelosamente
    la parità totale.

    Ma vennero le imperfezioni,
    le dislocazioni,
    gli eccitoni.
    Chiusi nel nostro orbitale,
    senza norma finita,
    vedemmo la fine
    di tutte le nostre armoniche:
    anche lo spin, ultima speranza
    restò quantizzato.

    Non ci salvò l'effetto tunnel:
    le nostre interazioni,
    sempre più deboli,
    si smorzarono esponenzialmente.
    Quando tutta l'energia di legame,
    pur così a lungo conservata,
    finì miseramente in massa,
    con la velocità della luce
    cambiammo riferimento:
    la nostra simultaneità
    non ebbe più senso.